Cabergolina Teva 2 mg: Scheda Tecnica del Farmaco

Cabergolina Teva 2 mg: Scheda Tecnica del Farmaco

Si raccomanda di effettuare un appropriato monitoraggio clinico e diagnostico per lo sviluppo di patologie fibrotiche. Tutti i pazienti devono effettuare una valutazione cardiovascolare, comprendente un ecocardiogramma, per stabilire la potenziale presenza di una patologia valvolare asintomatica. Sono stati riportati casi di aborto o malformazioni congenite in seguito all’assunzione di cabergolina da parte della gestante.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

La cabergolina è usata in medicina veterinaria per trattare la falsa gravidanza nei cani. Sono stati riscontrati improvvisi attacchi di sonno in momenti di attività, in alcuni casi senza alcun segno di consapevolezza o preavviso. Si consiglia di valutare un’eventuale riduzione della dose o l’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari). A seguito della somministrazione di cabergolina, può manifestarsi ipotensione posturale, specialmente nei primi giorni di inizio della terapia. Si deve prestare attenzione quando la carbegolina viene somministrata insieme ad altri farmaci che notoriamente abbassano la pressione sanguigna. (vedere paragrafo 4.2 – Inìbìzìone/soppressìone della lattazìone fìsìologìca e la sezìone sopra rìportata – Ipotensìone posturale).

In studi su pazienti affetti da Morbo di Parkinson non si sono osservate interazioni farmacocinetiche con L-dopa e selegilina. Sulla base delle informazioni disponibili riguardo al metabolismo di cabergolina, non si possono fare previsioni circa le interazioni farmacocinetiche con altri farmaci. Prima di iniziare la terapia è anche indicato effettuare indagini di base relative alla velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES) o ad altri marker infiammatori, alle funzioni polmonari (radiografia del torace) e alla funzionalità renale.

Che cos’è la cabergolina?

Cabergolina Teva 1 mg – Cabergolina – Trattamento del Morbo di Parkinson Se si sta valutando il trattamento con un agonista della dopamina, la cabergolina indicata come terapia di seconda linea … Il metabolita principale identificato nelle urine è la 6-allil-8ß-carbossi-ergolina, pari al 4-6% della dose. Sono stati identificati e determinati nelle urine tre altri metaboliti, per una quota pari al 3% . Studi condotti in vitro hanno evidenziato che i metaboliti sono meno potenti di Cabaser come agonisti dei recettori D2 della dopamina.

  • Inoltre, il farmaco viene a volte prescritto per inibire la lattazione post-partum per motivi medici, come nel caso di perdita perinatale o quando l’allattamento può rappresentare un rischio per la salute della madre o del bambino.
  • Le donne che non desiderano una gravidanza devono usare un metodo di contraccezione non ormonale durante il trattamento e dopo la sospensione della cabergolina, fino alla ricomparsa di anovulazione.
  • Devono essere adottate misure di supporto per eliminare il farmaco non assorbito e mantenere un’adeguata pressione sanguigna, se necessario.
  • Nelle urine si è identificata una quota di cabergolina immodificata pari al 2-3% della dose.
  • Nelle urine si è identificata una quota di prodotto immodificato pari al 2-3% della dose.

Come con altri derivati dell’ergot, la cabergolina non deve essere usata in associazione con antibiotici macrolidi (per esempio eritromicina) per via della maggiore biodisponibilità sistemica della cabergolina. Dato che l’iperprolattinemia accompagnata da amenorrea/galattorrea e infertilità può essere associata a tumore pituitario, prima di iniziare il trattamento con cabergolina è consigliata una valutazione completa dell’ipofisi. La cabergolina, inoltre, interagisce con i neuroni dopaminergici della zona nigrostriatale nell’encefalo. Nei pazienti affetti da morbo di Parkinson, si ha una degenerazione dei neuroni dopaminergici nigrostriatali e un decifit degli enzimi responsabili della sintesi di dopamina.

L’emivita nell’uomo è stimata tra 63 e 68 ore nei pazienti con malattia di Parkinson e tra 79 e 115 ore nei pazienti con tumori ipofisari. L’effetto terapeutico nel trattamento dell’iperprolattinemia persiste in genere per almeno 4 settimane dopo l’interruzione del trattamento. Fra i più frequenti possiamo ricordare disturbi vascolari (ipotensione ortostatica, ipotensione, vampate di calore), depressione, disturbi del sonno, dolori mammari, stanchezza, disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, costipazione e dolori addominali), stordimento, vertigini e mal di testa.

Le patologie fibrotiche possono avere un esordio insidioso e i pazienti devono essere costantemente monitorati per evitare il rischio di possibili manifestazioni di fibrosi progressive. Le pazienti dovrebbero essere tenute sotto controllo durante la fase di aggiustamento della posologia, per determinare il dosaggio più basso che produce la risposta terapeutica. Si consiglia il controllo dei livelli di prolattina sierica a intervalli mensili poiché, una volta raggiunto il regime terapeutico efficace, si osserva solitamente una normalizzazione della prolattina sierica nel giro di 2-4 settimane. Non si hanno informazioni sull’escrezione del farmaco nel latte materno; tuttavia si deve consigliare alle donne di non allattare in caso di non riuscita dell’inibizione/soppressione dell’allattamento con cabergolina. Non sono stati condotti studi adeguati e ben controllati sull’uso della cabergolina in donne in gravidanza.

Rispetto ai volontari sani e quelli con minor grado di insufficienza epatica, è stato osservato un aumento dell’AUC nei pazienti con grave insufficienza epatica (Child-Pugh C) che hanno ricevuto una dose singola di 1 mg. Inoltre, è possibile usare misurazioni della creatina serica per facilitare la diagnosi di disturbo fibrotico. Come previsto per gli agonisti della dopamina, la risposta al dosaggio per quanto concerne efficacia ed effetti indesiderati sembra essere correlata alla sensibilità individuale. L’ottimizzazione della dose deve essere ottenuta con un lento aggiustamento del dosaggio iniziale, da dosi di partenza di 0,5 mg di cabergolina (pazienti de novo) e 1 mg di cabergolina (pazienti in trattamento con L-dopa) al giorno.

Una riduzione della dose/sospensione graduale fino ad interruzione dovrebbero essere considerati se tali sintomi si sviluppano. Le pazienti devono essere regolarmente monitorate per lo sviluppo di disturbi del controllo degli impulsi. La dose settimanale può essere somministrata in dose singola o divisa in due o più dosi settimanali, a seconda della tollerabilità del paziente. La suddivisione della dose settimanale in somministrazioni multiple è Testosterone propionato prezzo consigliata quando sono indicate dosi superiori a 1 mg di cabergolina alla settimana, poichè la tollerabilità di dosi superiori a 1 mg somministrate in un’unica soluzione settimanalmente è stata valutata solo in un numero limitato di pazienti. Le pazienti devono essere monitorate durante la fase di aggiustamento della posologia, per determinare il dosaggio minore che produce la risposta terapeutica.

Alcolici, caldo, attività fisica e febbre possono anche peggiorare i capogiri provocati dalla cabergolina; per questo è fondamentale alzarsi lentamente, principalmente al mattino, e sedersi alle prime avvisaglie di giramenti di testa. La cabergolina può non essere indicata in presenza di pressione elevata, disturbi alle valvole cardiache, problemi collegati a fibrosi e assunzione di butirrofenoni, metoclopramide, fenotiazine, tioxanteni o triptani. La cabergolina si usa nella cura di problemi collegati a livelli alti di prolattina, sia se a provocarne l’incremento sono tumori dell’ipofisi sia se si tratta di disturbi dalle cause ignote. Ciò può portare a risultati terapeutici più coerenti e a una migliore gestione sanitaria complessiva.

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